
"Il paesaggio della Grande Guerra italiana ha tre varianti (mono)cromatiche: il grigiomarrone più o meno scuro del fango e della pietra, il grigiobianco della neve e del ghiaccio e il grigioverde delle uniformi. I primi due sono naturali l'ultimo era fabbricato. Il 70% di quella terza tinta bicolore veniva d Biella. Il 70% dei milioni di uomini del Regio Esercito impegnati sul fronte austroungarico si è inzuppato d'acqua, ha tremato di freddo, ha dato la caccia ai suoi pidocchi, si è ammalato, è andato in licenza, ha baciato la "mama" e la morosa, ha frequentato i bordelli, ha preso e ripreso la tradotta, è stato fotografato o filmato, ha lanciato il cuore oltre l'ostacolo, se l'è fatta sotto, ha stramaledetto Cadorna e il Sciaboletta (re Vittorio Emanuele III n.d.r.), ha urlato "avanti Savoia!" ha bevuto per non avere paura, ha rollato il trinciato e fumato dell'attesa, ha scritto o dettato, letto o ascoltato lettere, ha fatto la guardia allo straniero, ha dato il cambio accompagnato dal capoposto, ha colpito e ucciso uomini come lui, è stato fatto prigioniero, ha disertato, è finito a Gatea, si è fatto fucilare, oppure ha ricevuto encomi, medaglie e promozioni... tutto questo indossando tessuto grigioverde biellese".
Il Biellese ha contribuito allo sforzo bellico nazionale non solo offrendo migliaia di uomini e di vite, ma anche producendo gran parte del tessuto con cui furono confezionati l’abbigliamento e l’equipaggiamento dell’esercito. Le commesse di panno militare furono evase non senza difficoltà logistiche e in un contesto socio-economico difficile, tra senso del dovere di lavoratori e imprenditori e cospicue opportunità finanziarie.
La mostra è curata da Danilo Craveia di Centro Studi Docbi ed è organizzata in collaborazione con Adunata Alpini Biella.
Sala Cantinone della Provincia di Biella
La mostra sarà aperta:
- Giovedì 08/05, dalle 14:00 alle 18:00
- Venerdì 09/05, dalle 9:00 alle 20:00
- Sabato 10/05, dalle 9:00 alle 20:00
- Da lunedì 12/05 a domenica 18/05, su prenotazione.