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Caccia e pesca, News
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Attenzione_peste suina africana
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Nell’intento che prevenire è sempre meglio che curare, si riassumono alcune informazioni e soprattutto “raccomandazioni di comportamento” per evitare l’introduzione di una malattia virale che colpisce i cinghiali ed i suini: la Peste Suina Africana (PSA).

La PSA non è una zoonosi e pertanto non è trasmissibile all’uomo, ma qualora introdotta determinerebbe conseguenze economiche, non solo per il comparto suinicolo devastanti.

È infatti una malattia con un vasto potenziale di diffusione e molto contagiosa ed un’eventuale epidemia di PSA sul territorio nazionale potrebbe ripercuotersi pesantemente sul patrimonio zootecnico suino, con danni ingenti sia per la salute animale che per il comparto produttivo suinicolo e sul commercio internazionale di animali vivi e dei loro prodotti .

Nel nostro Paese, la malattia è presente soltanto in Sardegna (altro ceppo) in via di eradicazione, mentre in Europa si è diffusa nel 2014, in Lituania, Polonia ed Estonia e, nel 2017, in Repubblica Ceca e Romania per passare, nel 2018 in Belgio ove ha causato perdite economiche stimate in 3,2 miliardi di euro a settimana, per il blocco delle esportazioni e il calo del prezzo della carne suina.

Dal 2020 l’Italia, in considerazione dell’epidemia europea, ha elaborato un piano di Sorveglianza nazionale, allo scopo di prevenire l’introduzione della malattia e provvedere con misure severe all’eradicazione nel caso di contagio.

Per meglio comprendere la portata del problema si precisa che nelle zone infette in caso di Peste Suina Africana nel cinghiale l’Autorità competente dispone:

  • il divieto di movimentazione suini dalla zona infetta considerata a fini di scambi intracomunitari fino ad arrivare ad un divieto temporaneo di produzione di suini e creazione di nuove aziende;
  • la sospensione di tutte le attività tranne quelle essenziali per il monitoraggio dell’infezione;
  • il recupero di carcasse con lo scopo di diminuire la pressione virale e di verificare l’evoluzione epidemiologica locale;
  • la costante ricerca attiva delle carcasse per verificare l’evoluzione spaziale della infezione.

Nella zona infetta è vietato l’ingresso al pubblico, la caccia (tutte le specie) la raccolta dei frutti del sottobosco e i lavori forestali; l’accesso ai fondi agricoli è autorizzato dietro motivata richiesta.

Queste poche nozioni fanno comprendere l’entità del problema, in un Paese sesto per importanza di produzione in Europa e che vanta eccellenze riconosciute (Dop, IGP). Tutti possiamo contribuire nella difesa preventiva della PSA, con semplici accorgimenti:

  • Non abbandoniamo nell’ambiente residui alimentari e, in particolare, residui di carni suine fresche e stagionate, ma poniamoli solo in contenitori chiusi per rifiuti.
  • In caso di rinvenimento di carcasse di cinghiale o anche parti di esse, avvertire subito il Servizio Veterinario dell'ASL di Biella :

                                   Dalle ore 8,00 alle ore 16,00 allo 015-15159287 - Dipartimento di Prevenzione di Biella 

                                   Dalle ore 16 alle 8,00 - servizio di reperibilità attivabile tramite centralino ospedale 015-15151 o 118

                                   Sabato e festivi 24/24 - servizio di reperibilità attivabile tramite centralino ospedale 015-15151 o 118

Raccomandazioni particolari per cacciatori, trasportatori, allevatori sono visibili nel sito www.salute.gov.it